Aura, una parola dal significato immenso, che possiamo applicare al momento esatto in cui Lewis Hamilton ha varcato le porte di Maranello, per la “prima volta” in veste ufficiale.
L’attesa è al tempo stesso piacere. Un grande lavoro di marketing è stato svolto in questo periodo dalle sapienti mani degli admin dei social del Cavallino Rampante, che ha fatto crescere ancora di più l’attesa.
Noi, invece, attendiamo la presentazione ufficiale e l’entrata in pista del progetto 677, nome tecnico assegnato alla Ferrari che disputerà il Mondiale di Formula 1 2025, ed è innegabile quanto sia stato tutto studiato nel minimo dettaglio l’arrivo del pilota più vincente alla corte di Maranello.
È bastata una foto – nel bel mezzo dell’umidità Pianura Padana; una F40; sullo sfondo il palazzo dove aveva sede lo storico ufficio del Drake e il pilota più vincente della storia della F1, vestito in grande stile con cappotto, doppiopetto e scarpe con suola rossa (dettaglio non indifferente) – a far riscrivere già i record di like, condivisioni ed engagement. Ma non è questo l’ambito di cui vorrei occuparmi vista la mia professione, ma una premessa era doverosa.
Preferisco leggere e scrivere sui numeri economici, specie se riguardano brand o aziende di questo calibro.
Il connubio Hamilton – Ferrari ha già vinto senza nemmeno scendere in pista per una gara ufficiale. Già solo l’annuncio in quel di Febbraio 2024 fece fare una salita incredibile al titolo del Cavallino Rampante in Borsa, passando dai circa 400 euro agli oltre 420 euro per azione. Numeri da capogiro per un titolo simile a mio avviso. Un solo annuncio ha generato una simile potenza economica che potrei paragonare solo ad un altro cambio di casacca: CR7 alla Juventus.
Lewis alla fine di ogni stagione dovrebbe arrivare a guadagnare circa 100 milioni di euro. Alcuni suggeriscono alla fine del triennio (ha firmato un biennale con opzione per il terzo), arrivi a guadagnare intorno ai 400 milioni. Una somma importante, ma già ammortizzata interamente dalla Ferrari grazie agli innumerevoli sponsor arrivati in questo periodo. Tra gli altri è bene ricordare due accordi: HP e IBM, partnership tecniche che hanno voluto affiancare il proprio nome a quello della squadra e del pilota più vincenti in F1. Ed è proprio grazie al secondo che questi accordi sono stati siglati. Quando parlavo di potenza economica e di ammortamento dell’investimento, mi riferivo a queste partnership. Non dimentichiamo poi l’uscita di Santander e l’entrata di Unicredit come partner bancari.
E’ possibile sommare anche gli introiti caratteristici della casa di Maranello, ossia quelli derivanti della vendita di supercar. Ci sarà sicuramente un incremento notevole e il valore delle auto aumenterà sensibilmente. Aggiungiamo anche i vari merchandising ed eventi che saranno creati ad hoc. C’è poi la prospettiva dell’investimento diretto di Elkann nella fondazione creata da Hamilton per aiutare i più giovani in difficoltà, mi riferisco a Mission 44. Molto più che prospettiva aggiungerei, poiché Lewis avrà avuto sicuramente rassicurazioni con clausole contrattuali ad hoc sul tema. Non dimentichiamo il dipartimento Ferrari Style, dedicato alla moda, dove Lewis può sicuramente dire la sua e la prima foto con Ferrari lo testimonia.
In presenza di un “costo” di 100 milioni annui per ingaggiare Hamilton, i ricavi derivanti dalla sua presenza in quel di Maranello si attesteranno intorno ai 7/800 milioni annui. Potrebbero lievitare nel momento in cui la vettura, e ce lo auguriamo tutti noi tifosi, possa battagliare con il campione in carica Max Verstappen.
Personalmente continuerò a monitorare la situazione in attesa dei primi risultati economici derivanti da questa partnership storica. Come suggerisce il titolo l’aura economica del connubio Hamilton – Ferrari ha già vinto. Adesso non resta che far parlare la pista. Il resto verrà da sé.
Photo Credits: Ferrari Media Centre